venerdì 28 maggio 2010

Ritorno in incognito

Dopo incredibili traversie burocratiche mio padre ha ottenuto il permesso di costruire una piccola pergola di legno in giardino, per metterci sotto il tavolo e le sedie, una di quelle amenità all'italiana che però il potere costituito non vede di buon occhio. Dico solo che per ottenere il permesso di costruirla si è dovuto aspettare un anno, e l'intervento del Comune di residenza, della provincia, e della Regione (ufficio per gli affari paesaggistici...). Come al solito non commento.

Beh, adesso che la può costruire tocca dargli una mano...
Un viaggetto da solo, in incognito. Una cosa veloce, toccata e fuga. Il comandante (Giulia [nda]) mi ha accordato cinque giorni di licenza. Rocket rimane di stanza al 58mo reggimento (mezzi anfibi, ora che fa caldo ha scoperto lo stagno...).
Approfitto del viaggio per sistemare un po' di affari, risolvere un po' di rogne, vedere un po' di amici.

Rientro adesso da una pizza appunto con loro organizzata al volo. Cavoli era una vita che non facevo mezzanotte a fare bagordi. Ridere e scherzare davanti una birretta ha il suo perchè!
Abbiamo parlato di così tante cose che non riesco a ricordarmele tutte, e soprattutto, quelle che mi ricordo sono talmente eterogenee che non so se riuscirò a collegarle l'una all'altra. Ma la cosa peggiore è che tutti i discorsi andavano a sfociare sempre nello stesso punto.
Ehm.... Anche alcuni anni fa si andava sempre a finire nello stesso punto, ma era un altro punto...

Premessa: i miei amici (uomini e donne) sono gentaglia della peggiore specie, ma nel senso buono del termine. Quelli con cui puoi raccontarti barzellette sporche e ridere delle cazzate più stupide e allo stesso tempo confidarti completamente. Sono anche quelli a cui basta dare il la perchè ti facciano da spalla per una battuta, o con cui puoi metterti a parlare di massimi sistemi e fragilità dell'anima, siamo davvero in sintonia.
Raramente abbiamo parlato di politica, quella non è mai divertente, piuttosto parliamo di donne, uomini, stereotipi, trombate (immaginarie), facciamo a gara a chi cucca di più (o di meno) e in mezzo ci mescoliamo un po' di cose serie, per far finta che non siano troppo importanti, anche se in realtà lo sono e gli diamo il giusto peso (al milligrammo). Insomma una allegra combriccola di bastardi. Posso dire la verità su di loro perchè tanto so che difficilmente leggeranno questo blog...
Ah si... un'altra cosa, i miei amici sono sempre in ritardo... così questa sera mentre li aspettavo sotto casa guardavo la strada e andavo dietro i miei pensieri...

La mia nostalgia mi fa sempre pensare "e se tornassimo indietro? e se le cose non andassero poi così male?". Mentre aspetto guardo le macchine che passano...
La crisi? Non c'è!
Porsche Cayenne (3), Bmw X6 (1), X5 (2), X3(1), Range Rover Sport V8 (2). Ferrari 612 (1), qualche suv sulla tacca dei 30k (= 30.000 euro [nda]), Lexus RX430 da 60k, una station da circa 15-20k, una vecchia panda da zero k, e poi altre macchinone tra i 30k e i 50k e passa... La crisi non c'è.... sono in un quartiere residenziale normale, in un comune nella cintura urbana di Padova... Non sono mica in centro!!!
Ma dico io... Perchè mi faccio spaventare così tanto da quello che leggo sui giornali?
Checcazzo ci sono andato a fare in Svezia? Potevo restarmene qua!

Anche il "Governo" ha sempre detto che la crisi non esisteva (salvo poi ritrattare tutto qualche giorno fa, quando il grande "Ministro" della grana ha detto che "la crisi è peggiore del previsto" e quindi bisognava approvare in fretta e furia la sua manovrina da 24mld e stare anche zitti.

Ma c'è o non c'è questa crisi? Inizio ad avere qualche dubbio...

Dopo una mezz'oretta di questi pensieri e di queste macchine sono con loro in pizzeria. Qui due uomini e tre donne, mi torturano e mi estraggono a forza informazioni sul paese nordico in cui ho piantato il campo base.
Sulle prime cerco di resistere, rispondo come mi hanno addestrato a fare: nome, cognome, grado e numero di matricola. Ma poi, sotto la minaccia di una rotellina da pizza, cedo... Eccomi dunque a descrivere le differenze tra le donne italiane e svedesi, tra le auto, le pizze, gli sport, la tv ecc.
Ovviamente tutte queste informazioni si pagano con altre informazioni.
Per prima cosa mi interesso sullo stato di salute lavorativa dei miei inquisitori. Non va tanto bene. Ognuno di loro ha avuto a che fare con la crisi più o meno da vicino.

Miglio: ha appena firmato una lettera di mobilità (nel senso che lo mettono in mobilità) e ora la stessa azienda che lo ha buttato a terra gli chiede prestazioni "esterne" con partita iva (prima era assunto a tempo indeterminato).

La Divina: lei la gente la assume, e ci racconta delle disavventure che passa la gente, che firmano lettere di licenziamento e in cui rinunciano alla cassa integrazione in cambio di una promessa verbale del loro capo che verranno riassunti presto.

TomTom (il viaggiatore): ci racconta di come certi imprenditori fanno fallire (o almeno ci provano) fonderie e altri tipi di aziende giocando a spostare il lavoro da una azienda ad un'altra sempre di loro proprietà. Poi si lascia ad una riflessione molto profonda: ma come mai in Germania lavorano dalle 7 alle 15.30 (otto ore giuste con mezz'ora di pausa pranzo) e non hanno più di tanti problemi mentre in italia se non fai almeno 9-10 ore in ufficio il capo ti guarda malissimo e abbiamo un debito pubblico da paura e una economia disastrata? Non abbiamo voluto cercare risposta, ma abbiamo apprezzato la domanda osservandone compiaciuti le cromature dei finestrini.

Darletta e Fede: ci sono un centinaio di cassintegrati nell'azienda in cui lavorano (e in cui lavoravo anche io quattro anni fa). Ma ci sono 500 dipendenti... Come si decide QUALI rimangono a casa? Ci pensa il sindacato! Il sindacato GIALLO si mette d'accordo con l'Azienda, e si fa dare i nominativi dei dipendenti che dal GIALLO sono passati al VERDE, per poi dire all'Azienda di mettere in cassa integrazione i dipendenti associati al VERDE (traditori) e non quelli associati al GIALLO, nel più coeso spirito di tutela collettiva dei lavoratori.

Tutto questo basterebbe per affossare gli animi del più crudele commando.
Ma noi siamo un gruppo affiatatissimo di DURI, e non ci facciamo abbattere da così poco, si torna a parlare di sesso, bambini, auto sportive, altalena acrobatica. Probabilmente anche il giro di Vodka ci ha aiutato...

Ma qualcosa di diverso dal solito c'è.
Mi accorgo che i discorsi ogni tanto vanno a parare sugli avvenimenti della politica italiana, sulle cazzate che leggo quando sono in Svezia, su come le cose sono assurde.

Mentre una volta tutti i discorsi finivano sul punto G, adesso finiscono sui problemi che ci sono in giro... Beh, che dire... Forse la crisi per qualcuno c'è.